Ho  Sensei  Myiagi Chogiun
Ho Sensei Myiagi Chogiun

                              I l    G o j u     R y u    K a r a t e   d o
 
Il Goju ryu di Okinawa è un sistema estremamente completo ed efficace, costantemente proiettato al combattimento reale; comprende tecniche di pugno, calcio, proiezioni, leve, strangolamenti e lotta a terra. Tutto questo unito allo studiodelle forme (kata) tradizionali, alle pratiche di condizionamento con e senza attrezzi, lo rendono un eccellente sistema di difesa personale, un ottimo metodo per rafforzare corpo e mente, per mantenere una buona salute, ma soprattutto un cammino lungo il quale si impara a conoscersi, a trovare un proprio equilibrio fisico e mentale….

L a   s t o r i a   d e l l ' O K I N A W A    G O J U   R Y U

R y u   R y u  K o     e    K a n r y o    H i g a o n n a

L e   o r i g i n i    C i n e s i 

                                                                                                              Fu l'Okinawense Kanryo Higaonna (1853-1915) che attraverso i suoi intensi studi nel Fuzhou (Fujian, Cina) (nel periodo 1867-1881) predispose la fondazione di ciò che in seguito sarebbe stato conosciuto con il nome di Goju-Ryu Karate-Do. 
Kanryo salpò per il Fuzhou nell'autunno del 1867, all'età di 15 anni, con il Ryukyu Kan, un area che ospitava un microcosmo della vita di Okinawa, come meta finale. Kanpu Tanmei, il manager della sua casa d'imbarco, l'Uchinayaru, seppe dell'entusiasmo di Kanryo nello studio delle arti marziali e lo introdusse al maestro cinese Ryu Ryu Ko. 
Tuttora non vi è consenso d'opinioni sull'esatta identità di Ryu Ryu Ko, nè sul preciso stile di arti marziali che lui insegnava. Comunque, viene ampiamente riconosciuto che la famiglia di Ryu Ryu Ko fosse originariamente di classe aristocratica e a quei tempi solo le classi aristocratiche studiavano le arti marziali. Ryu Ryu Ko studiò al Tempio Shaolin del sud nelle montagne della Provincia del Fujian. 
A causa di conflitti interni, che minacciavano il sistema feudale e quindi anche l'aristocrazia Cinese, la famiglia fu costretta a nascondere il suo status per poter sopravvivere. Per questa ragione Ryu Ryu Ko lavorò come muratore e costruttore. Successivamente sopravvisse realizzando una varietà di oggetti della vita quotidiana come ceste, mobili ed altri articoli di bambù. Questa era la professione che esercitava nel momento in cui Kanryo Higaonna divenne suo discepolo. 
Nell'area in cui sbarcò Kanryo Higaonna vivevano insegnanti della Gru Bianca e probabilmente Ryu Ryu Ko era uno di loro. La genealogia della Gru Bianca (Bai He) del Fujian risale a Fang Jiniang, la figlia di Fang Shiyu, che si dice abbia studiato il pugno del monaco (Luohan Quan) durante il suo soggiorno nel Tempio Buddista Shaolin del Fujian del sud sulla montagna Julianshan (Nine Lotus), vicino Fuzhou nel distretto del Puliang. Fang Jiniang, del villaggio Yongchun vicino Fuzhou, aveva studiato anche i movimenti di difesa e attacco della gru bianca e da ciò deriva il fondatore della prima generazione degli insegnanti della Gru Bianca. Nella seconda generazione un grande maestro della Boxe della Gru Bianca Yongchun fu Zeng Cishu, che era anche un maestro della Boxe della Tigre Nera. 
La tradizione della Gru Bianca del 17mo secolo del Fujian fu fortemente influenzata dal Pugno del Monaco e dalla Boxe della Tigre, ed è probabilmente la base sulla quale Ryu Ryu Ko insegnò a Kanryo Higaonna. Lo stile originario della Gru Ancestrale (Zong He Quan) o Tremante (Zhan He Quan) venne in seguito suddiviso in cinque grandi gruppi separati conosciuti come: la Gru che canta (o la Gru Gridante, Ming He Quan), la Gru addormentata (Su He Quan), la Gru che vola (Fei He Quan), la Gru che mangia (o la Gru che si nutre, Shi He Quan) e la Gru che salta (Zong He Quan) e probabilmente anche in numerosi sottogruppi. 
Comunque, tale era la devozione di Kanryo Higaonna che egli divenne l'uchi-deshi di Ryu Ryu Ko ovvero ricevette gli insegnamenti più profondi imparando così l'intero sistema, così come lo studio delle armi e della medicina tradizionale cinese. Non è chiaro esattamente quale sia l'anno in cui Kanryo Higaonna cominciò ad insegnare le arti marziali ad Okinawa, ma si sa che egli non iniziò ad insegnare fino a pochi anni dopo il suo ritorno dalla Cina.  
Kanryo iniziò ad insegnare arti marziali a casa sua a Nishishin-machi, ed in seguito, nel settembre del 1905, insegnò anche al Naha Kuritsu Shogyo Koto Gakko (la Scuola Superiore Commerciale). 
Ebbe numerosi studenti di valore e alla fine il suo studente favorito, Chojun Miyagi, gli succedette come il maestro guida del Naha-te.

 

Il Goju-Ryu Karate-Do di Chojun Miyagi  

                                                                                                           Chojun Miyagi (1888-1953) è il fondatore dell’odierno Goju-Ryu Karate-Do e della sua canonizzazione. 
Miyagi era l’allievo prediletto e di maggior talento di Kanryo Higaonna. Miyagi proveniva da una famiglia ricca e stimata di proprietari di navi che importavano, tra le altre cose, medicine dalla Cina e le fornivano alla famiglia reale, al governo e alle case d’affari. Per prepararlo al suo futuro compito di guida della famiglia, Chojun, alla tenera età di undici anni, fu portato da Ryuko Aragaki (1875-1961) il quale durante i suoi studi, all’età di quattordici anni, lo mandò da Kanryo Higaonna. Qui Chojun Miyagi, insieme a Juhatsu Kyoda (1887-1967), impararò approfonditamente l’Higaonna Naha-te. 
Dopo la morte di Higaonna il benestante Miyagi, che si occupava a tempo pieno dello studio delle arti marziali, programmò un viaggio nel Fuzhou, la mecca delle arti di combattimento del sud della Cina (Nan Quan), per visitare il luogo di nascita del Naha-te di Kanryo Higaonna e per onorare la tomba di Ryu Ryu Ko. Per due mesi Chojun Miyagi, insieme a Eisho Nakamoto (1881-1945), soggiornarono nel Fuzhou per allenarsi e per visitare il Tempio Shaolin nel Fujian di Julianshan. 
Tornato ad Okinawa egli divenne amico di due mercanti del tè provenienti dal Fuzhou, Wu Xiangui (in giapponese Go Ken Ki) e Tang Daiji (To Daiki), entrambi famosi insegnanti di arti marziali. Wu Xiangui (1886-1940) arrivò a Naha nel 1912 per insegnare la boxe della Gru Bianca e divenne amico, fra gli altri, di Juhatsu Kyoda, Chojun Miyagi e Kenwa Mabuni (1889-1952). 
Insieme a Wu Xiangui, Chojun Miyagi tornò ancora nel Fuzhou alla fine degli anni venti (probabilmente nel 1926). 
Oltre che con Wu Xiangui, che emigrò dal Fuzhou verso Naha nel 1912, Miyagi ebbe una buona relazione con Tang Daiji (1887-1937), un maestro della Boxe della Tigre (Hu Quan) anche lui emigrato dal Fuzhou verso Naha. Introdotto da Wu Xiangui, Miyagi incontrò, nel febbraio del 1936 a Shanghai, il famoso maestro del Pugno del Monaco (Luohan Quan) Miao Xing (1881-1939). Si ritiene che Miyagi si sia allenato per un periodo diligentemente con Miao Xing ed altri maestri cinesi associati con l’Associazione Atletica Jingwu. Partecipò anche come visitatore ai campionati nazionali di arti marziali. Miyagi dedicò tutta la sua vita allo sviluppo di quello che era chiamato 'toudijutsu' (mano della Cina) o semplicemente 'te' ad Okinawa. 
Nel 1921 il principe ereditario Hirohito visitò Okinawa prima di intraprendere un viaggio per l’Europa. In onore della sua visita vennero dimostrati sia lo Shuri-te che il Naha-te (di Chojun Miyagi). 
Nel 1925 Miyagi fece una dimostrazione per il principe Chichibu-Nomiya, e poco dopo, nel 1926, fondò l’Okinawa Karate Kenkyu-Kai (Club per la Ricerca del Karate di Okinawa), insieme a Chomo Hanashiro (Shuri-te), Choyu Motobu (Tomari-te) and Kenwa Mabuni. Un anno dopo, Chojun Miyagi dimostrò a Jigoro Kano, tecniche di presa, bloccaggio e proiezioni nonchè l’esatto utilizzo del respiro. Kano rimase molto impressionato da questo toudijutsu ed introdusse Miyagi, accompagnato dall’amico Mabuni, in Giappone. 
Alla fine degli anni venti, inizio degli anni trenta, Miyagi, insieme al suo migliore studente di allora Jin’an Shinzato (1901-1945), diede alcuni seminari e dimostrazioni nelle università giapponesi, nei tornei di Budo e durante le festività per l’incoronazione del principe ereditario Hirohito. 
Nel 1933 Chojun Miyagi registrò 'toudi' ufficialmente come Goju-Ryu presso l’istituzione giapponese che regolava il Budo, la prestigiosa Dai Nippon Butokukai, “l’Associazione di tutte le Arti Marziali Giapponesi”. 
In seguito a Miyagi fu reso merito dal Ministro dell’Educazione Fisica, ricevette il più alto onore del Dai Nippon Butokukai e fu insignito come rappresentante del dipartimento Butokukai per Okinawa. 
Così il Goju-Ryu Karate-Do, il nome deriva dal Bubishi, fu la prima e la più antica tradizione di karate riconosciuta dal Dai Nippon Butokukai; il suo fondatore, Chojun Miyagi, acquisì una posizione di rilievo nel karate-do. 
Nel Maggio del 1934, Chojun Miyagi, su invito, viaggiò verso le Hawaii dove insegnò e diede dimostrazioni fino al febbraio del 1935. I suoi insegnamenti in quell’occasione furono menzionati come kempo karate. 
Il 25 Ottobre del 1936 i più insigni maestri di Okinawa (Chomo Hanashiro, Chotoku Kyan, Choki Motobu, Chosin Chibana, Juhatsu Kyoda e Chojun Miyagi) si riunirono e cambiarono il nome toudijutsu in Karate-Do. 
Prima della seconda Guerra Mondiale il migliore studente di Chojun Miyagi era Jin’an Shinzato. Shinzato era un poliziotto detective professionista. Oltre al karate praticava anche judo. Shinzato aveva un grande talento ed era opinione diffusa che lui dovesse divenire il successore di Chojun Miyagi. Sfortunatamente venne ucciso durante la seconda Guerra Mondiale. Durante la guerra Chojun Miyagi, oltre a Shinzato, perse anche due figlie ed il suo terzo figlio. 
Prima della guerra il metodo d’insegnamento di Chojun Miyagi cominciava con hojo undo, uke harai, ude tanren, yakusoku kumite, kakie e quindi il sanchin kata. Questa era la routine che seguivano gli studenti per i primi tre – cinque anni e comprendeva l’ottanta per cento dell’insegnamento di Chojun Miyagi. Dopo venivano insegnati uno o due kaishugata, la profondità e le applicazioni variavano a seconda del livello di apprendimento e dell’abilità tecnica. Jin’an Shinzato imparò il sanchin, il sesan ed il tensho; Seiko Kina imparò il sanchin ed il seiyunchin; Meitoku Yagi imparò il sanchin ed il suparinpei; Shunshin Furugen imparò il sanchin ed il kururunfa. Comunque gli studenti più anziani di prima della guerra, Seiko Kina, Meitoku Yagi, Kiei Tomoyose, Shunshin Furugen, Eiko Miyazato e Eiichi Miyazato, non si allenavano più poiché erano impegnati a guadagnarsi da vivere in tempi così duri. 
Quindi nel 1948 Chojun Miyagi accettò nuovi studenti e revisionò il sistema d’insegnamento, organizzando i kata del Goju-Ryu in una sequenza, qualcosa che prima non era mai esistito. 
L’8 ottobre del 1953 il maestro Chojun Miyagi morì improvvisamente a causa di un attacco di cuore. 
Gli allenamenti continuarono nel dojo del giardino (garden dojo) della casa di Chojun Miyagi. Essenzialmente era An'ichi ad insegnare e sotto il suo insegnamento crebbero specialmente tre studenti: Yasuo Iba, Anya Sauchi e Saburo Higa. Per la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale il Goju-Ryu del dojo del giardino cominciò a fiorire e potè acclamare molti illustri studenti. 
Nell’Agosto del 1957, Eiichi Miyazato costruì un grande dojo nel distretto di Asato di Naha, che chiamò Jundokan, seguendo il nome del primo dojo di judo di Jigoro Kano. Miyazato, che si occupò molto di judo dopo la guerra, divenne un campione di judo intorno al 1950 o 1951 e partì perfino per il Giappone nell’aprile del 1953, per partecipare al seminario Japan Kodokan. Miyazato divenne alla fine un riconosciuto maestro di judo ed anche il presidente dell’Okinawan Judo Federation. 
Il distretto del Fujian è la radice geografica di molti stili del karate in ragione della sua locazione rispetto ad Okinawa. Per quanto riguarda il Goju-Ryu, furono specialmente il Pugno del Monaco (Luohan Quan), la Boxe della Gru (He Quan) e la Boxe della Tigre (Hu Quan) che determinarono l'immagine del Goju-Ryu come venne gradualmente formulato da Kanryo Higaonna e Chojun Miyagi. 
Il punto di partenza è il qin na, che significa 'lottare corpo a corpo' o 'afferrare' e forma il nucleo dei metodi cinesi di autodifesa. Questo qinna è cristallizzato nella forma rituale (kata), per cui ogni movimento si riferisce alle applicazioni o bunkai in forme semplici (base) o più complicate e libere (oyo bunkai). Oltre la conoscenza di tecniche per l’autodifesa, il kata è anche il fondamento delle qualità energetiche, quali l'affondamento, il radicamento, la generazione di forza, la tensione ed il rilassamento il centrarsi ecc. In breve tutte quelle qualità che sono necessarie per muoversi in generale e per l'autodifesa in particolare. 
E' chiaro che l'origine del karate di Okinawa e delle arti marziali cinesi, con il kata come paradigma, erano vicine all'autodifesa di natura olistica a causa del grande interesse nella medicina cinese e delle tradizioni filosofiche e spirituali. 
Esercizi in coppia (gyaku-te nel Goju-Ryu) con qin na, sono le basi del kakie ('kokie' nel dialetto del Fujian), uno dei capisaldi del Goju-Ryu. 
Il Goju-Ryu è caratterizzato dall'enfasi nel combattimento ravvicinato. Nel kakie di base il karate-ka impara gli aspetti del go come il radicarsi, l'assorbire forza, usando muchimi e l'espansione del ki. Aspetti che sono enfatizzati anche nel kata sanchin. Nel combattimento il karate-ka impara ad usare le tecniche di spinta e di trazione allo scopo di sbilanciare l'avversario (kuzushi waza) e rendere la distanza adatta a sè.  
Connessi a questo ne derivano differenti metodi per afferrare braccia (o gambe) dell'avversario e 'farlo aprire' nei punti vitali (energetici) del corpo (kyushu-jutsu). 
Dopo aver imparato questi fondamenti le applicazioni del kata vengono integrate nel kakie. Le tecniche di combattimento allenate nel kakie, come molti bunkai kumite, sono conosciuti come 'gyaku-te' e sono divisi in categorie come ad es. kansetsu waza (manipolazione delle giunture), nage waza (tecniche di proiezione), shime waza (strangolamenti) e kyusho waza (manipolazione dei punti vitali). 
L'allenamento del kakie è integrato nel curriculum complessivo. Non appena viene posto un buon fondamento in termini di tecniche di base ed abilità, l'allenamento del kakie muta verso forme di esercitazione più libera per finire nel jiyu kakie kumite e nell'iri kumi, l'esercizio di lotta libera e la forma di competizione del Goju-Ryu.  
Molte tecniche allenate nel kakie e nel bunkai possono essere ricondotte ad un vecchio testo cinese sulle arti di combattimento, il 'Bubishi'. 
Conoscendo il gyaku-te, con il kakie come forma di esercizio pratico e le qualità energetiche del movimento dei kata tradizionali del Goju-Ryu, si ha l'alfa e l'omega del karate-do. L'influenza delle competizioni moderne sul karate (WKF) ed il desiderio di riconoscimento e di fama internazionale, ha fatto si che molti stili di karate abbandonassero il loro originario orientamento marziale e spirituale. Come risultato di ciò, il kihon, i kata ed il kumite di questi stili 'moderni' sono disintegrati e si sono sviluppati nella direzione di ciò che conta ed è permesso nelle competizioni. 
La perdita della conoscenza dei metodi genuini di combattimento e la vacuità spirituale che si è creata durante gli ultimi decenni in questi stili moderni, ha avuto come risultato che molti karate-ka si sono nuovamente orientati verso le profonde tradizioni di combattimento del Fujian e di Okinawa.

Karate - do

Stabilire chi vince o chi perde non è lo scopo ultimo del Karate-do.
Questa è un'arte di autodifesa a mani nude in cui braccia e gambe vengono preparate sistematicamente al punto che l'attacco improvviso di un avversario possa essere controllato con un'efficacia non dissimile da quella che possono dispiegare le armi moderne.
Il Karate-do è un'attività fisica che rende il karateka padrone di tutti i movimenti del corpo come il piegarsi, il saltare, il rimanere in equilibrio ed il muovere gli arti ed il corpo in avanti e indietro, a destra ed a sinistra, verso l'alto e verso il basso, liberamente ed uniformemente.
Le tecniche del karate-do vengono controllate dalla forza di volontà del karateka e giungono al bersaglio naturalmente e con precisione.
L'essenza della tecnica del Karate è il kime.
Kime significa eseguire un attacco esplosivo diretto al bersaglio impiegando la tecnica appropriata e la massima potenza nel lasso di tempo più breve.
Molto tempo fa era in uso l'espressione "ikken hissatsu" che significa "uccidere in un sol colpo", ma dedurne che lo scopo del karate sia quello di uccidere è pericoloso oltre che errato.
Il kime può essere effettuato percuotendo, colpendo di pugno o di calcio, ma anche parando. Una tecnica carente di Kime non può in nessun modo venir considerata vero Karate, e non importa quanto questa esteriormente possa sembrare tale. Le gare non fanno eccezione; tuttavia è contrario alle regole giungere al contatto vero e proprio per il pericolo che ciò comporta.
Sun-dome significa arrestare la tecnica appena prima del contatto col bersaglio (un sun equivale a circa 3 centimetri).
Ma l'esecuzione di una tecnica senza kime non è vero Karate e, di conseguenza, il problema consiste nel come sanare la contraddizione che sussiste tra kime e sun-dome. La risposta è questa: il bersaglio si stabilisce convenzionalmente appena prima del punto vitale dell'avversario. Lo si potrà allora colpire, controllando nello stesso tempo il colpo, senza arrivare al contatto.
L'allenamento trasforma le varie parti del corpo in altrettante armi che possono venir impiegate liberamente e con efficacia.
Ma la qualità necessaria tutto questo è l'autocontrollo.
Per vincere occorre innanzitutto vincere se stessi.

Nella storia del karate i fatti spesso sfiorano la leggenda o il mito e molte cosidette informazioni e verità, a causa dell’insegnamento esoterico, mostrano ciò che sembra ma che non è.

Le chiavi di interpretazione sono andate perdute. La documentazione scritta, allo stato attuale delle ricerche, è insufficiente e scarsa; inoltre molti aneddoti sono riportati di terza, quarta mano e sono perlopiù ricordi od opinioni personali.

Per parlare di karate tradizionale sembrerebbe legittimo rifarsi alla storia del karate e trarne le debite conseguenze e conclusioni, ma purtroppo parlare di storia del karate è come muoversi sulle sabbie mobili.

La natura e la sostanza della materia impongono attenzione e cautela. Quello che oggi può sembrare un dato certo può venire vanificato da un momento all’altro; l’unica cosa sicura è che ci muoviamo in un ambito fortemente ipotetico, anche se, specialmente per i tempi recenti, un certo numero di dati sono in nostro possesso.

Le difficoltà non finiscono qui, infatti il karate era praticato sino agli albori del XX secolo in segreto, ed anche nell’era odierna sono più le cose non dette, volutamente taciute, di quelle pubblicate.

Non ultimo, bisogna tener conto del fatto, che, l’insegnamento autentico è, nel rispetto di daruma Taishi (Bodhidharma), l’insegnamento che viene trasmesso da cuore a cuore, direttamente da maestro ad allievo, non con supporti audiovisivi, ecc.

Un vero Maestro ama il proprio allievo, e adotta tutti gli espedienti e quelle sottigliezze pedagogiche che ritiene opportune e che meglio si prestano a favorire lo sviluppo completo della personalità e dell’abilità tecnica dell’allievo. Per cui molti eventi vengono spesso modificati con l’intento di educare e motivare positivamente l’allievo. Se poi si pensa che la verità, come la tecnica, è relativa al livello di comprensione di chi apprende, ovvero che vi è una spiegazione superficiale, evidente, che tutti sono in grado di vedere, ma vi è anche una spiegazione esoterica, più profonda che specialmente nel passato veniva confidata solamente a pochi fedelissimi.

Si comprendono le difficoltà tecnico culturali che devono affrontare sia il novizio come l’esperto che desiderino approfondire e conoscere le proprie radici storico-culturali